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La controversa storia di Methyltrenbolone nel doping sportivo
Il doping sportivo è un fenomeno che affligge il mondo dello sport da decenni. Atleti di ogni disciplina, spinti dalla ricerca di prestazioni sempre migliori, si sono avvalsi di sostanze dopanti per ottenere un vantaggio competitivo. Tra queste sostanze, una delle più discusse e controversa è il Methyltrenbolone.
Che cos’è il Methyltrenbolone?
Il Methyltrenbolone, noto anche come Metribolone o MT, è un potente steroide anabolizzante androgeno (SAA) sintetico. È stato sviluppato negli anni ’60 dalla società farmaceutica tedesca Negma e inizialmente utilizzato per trattare condizioni mediche come l’anemia e l’osteoporosi. Tuttavia, a causa dei suoi effetti anabolizzanti estremamente potenti, è stato presto abbandonato come farmaco terapeutico e utilizzato principalmente come agente dopante.
Il Methyltrenbolone è una forma modificata del Trenbolone, un altro SAA noto per la sua forza e capacità di aumentare la massa muscolare. La differenza principale tra i due è che il Methyltrenbolone ha un gruppo metile aggiunto alla posizione 17 del suo scheletro molecolare, il che lo rende più resistente al metabolismo e quindi più potente.
Effetti del Methyltrenbolone sul corpo
Come tutti gli SAA, il Methyltrenbolone agisce legandosi ai recettori degli androgeni nelle cellule muscolari e stimolando la sintesi proteica. Ciò porta ad un aumento della massa muscolare e della forza. Tuttavia, a differenza di altri steroidi, il Methyltrenbolone non si converte in estrogeni, il che significa che non causa effetti collaterali come la ginecomastia o la ritenzione idrica.
Il Methyltrenbolone ha anche un forte effetto androgenico, il che significa che può causare cambiamenti fisici come l’acne, la calvizie e la crescita dei peli del corpo. Inoltre, può influenzare negativamente il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di malattie cardiache e ictus.
Utilizzo del Methyltrenbolone nel doping sportivo
Il Methyltrenbolone è stato utilizzato principalmente nel culturismo e nel sollevamento pesi, dove la forza e la massa muscolare sono fondamentali per il successo. Tuttavia, è stato anche utilizzato in altri sport come il powerlifting, il football americano e il pugilato.
Uno dei motivi principali per cui il Methyltrenbolone è così popolare tra gli atleti è la sua capacità di rimanere indetectabile nei test antidoping. A differenza di altri steroidi, che possono essere rilevati nel corpo per settimane o addirittura mesi dopo l’uso, il Methyltrenbolone può essere eliminato dal corpo in pochi giorni. Ciò lo rende una scelta attraente per gli atleti che vogliono ottenere un vantaggio senza correre il rischio di essere scoperti.
Effetti collaterali e rischi per la salute
Come accennato in precedenza, il Methyltrenbolone può causare una serie di effetti collaterali negativi, soprattutto a dosi elevate. Uno dei rischi più gravi è l’epatotossicità, ovvero il danno al fegato. Questo è dovuto al fatto che il Methyltrenbolone viene metabolizzato dal fegato e può causare danni alle cellule epatiche.
Inoltre, l’uso prolungato di Methyltrenbolone può causare problemi cardiaci, come l’aumento della pressione sanguigna e l’ispessimento delle pareti del cuore. Ciò aumenta il rischio di infarto e ictus.
Altri effetti collaterali comuni includono l’acne, la calvizie, la crescita dei peli del corpo, l’irritabilità e l’aggressività. Inoltre, l’uso di Methyltrenbolone può influenzare negativamente la produzione di testosterone naturale del corpo, portando a problemi di fertilità e disfunzione erettile.
La controversia sul Methyltrenbolone
Il Methyltrenbolone è stato al centro di numerose controversie nel mondo dello sport. Nel 2008, il sollevatore di pesi russo Oxana Slivenko è stato squalificato per due anni dopo essere risultato positivo al Methyltrenbolone. Tuttavia, la squalifica è stata successivamente annullata dopo che è stato dimostrato che il farmaco era presente in un integratore alimentare che Slivenko aveva assunto.
Inoltre, nel 2016, il pugile britannico Tyson Fury è stato accusato di aver utilizzato il Methyltrenbolone per migliorare le sue prestazioni. Tuttavia, Fury ha negato le accuse e ha sostenuto che il farmaco era presente in un integratore che aveva assunto per perdere peso.
Questi casi dimostrano quanto sia difficile determinare se un atleta ha intenzionalmente utilizzato il Methyltrenbolone come agente dopante o se è stato esposto accidentalmente attraverso integratori contaminati.
Conclusioni
In conclusione, il Methyltrenbolone è una sostanza dopante estremamente potente e pericolosa. Non solo può causare una serie di effetti collaterali negativi, ma è anche difficile da rilevare nei test antidoping. Ciò lo rende una scelta attraente per gli atleti che cercano di ottenere un vantaggio competitivo, ma anche una fonte di controversia e dibattito nel mondo dello sport.
È importante che gli atleti siano consapevoli dei rischi associ